Riflessioni sul tempo

Una nota favola zen riferisce di un uomo che si trova a cadere da un dirupo e a mezzo del balzo si aggrappa a un cespuglio. Poi guarda di sotto e vede una tigre affamata rivolta verso di lui, ad aspettare la sua caduta. Guarda di sopra, pensando di arrampicarsi in alto per sfuggire alla tigre, e vede un’altra tigre che sembra aspettarlo. Allora l’uomo guarda intorno a sé e vede a portata di mano una piccola fragola. La coglie, la mangia… Come è dolce ! ! ! 

Mi piace interpretare questo racconto così: la tigre che aspetta da dove l’uomo era caduto rappresenta il passato, quello che il poeta triestino definì “delle memorie spaventose il cumulo”, le tracce dolorose, i tormenti, i rimpianti, le nostalgie di qualcosa che non è più. L’altra tigre rappresenta il futuro, le angosce, le paure del decadimento e della morte, le ossessioni e i timori per ciò che aspetta oltre la soglia di casa, le ansie di una sicurezza minacciata. La fragola dolce è il presente… Come nel paradosso greco Achille piè veloce non raggiunge mai la tartaruga, passato e futuro non possono raggiungere e divorare chi è fermo nel suo presente, in una dolce o almeno serena consapevolezza di ciò che è e di ciò che ha, qui e ora, di ciò che può condividere, di chi e quanto può amare. Passato e futuro non esistono, se non nel paesaggio dell’anima. Passato e futuro sono solo stelle che guidano il cammino, se i piedi sono saldi nella terra del presente…